Ringraziamo Maroni che ha stanziato 650 milioni di investimenti nella Sanità Lombarda

Nonostante i tagli del Governo “siamo riusciti ugualmente a dare risorse importanti al comparto sanitario lombardo, perché riteniamo che la sanità sia un settore in cui dobbiamo investire e perché vogliamo ulteriormente migliorare il nostro sistema sanitario”. È quanto annunciato dal governatore in una conferenza in cui ha presentato ‘La Lombardia per la salute’.
25 OTT – “Con questa delibera, ‘La Lombardia per la salute’, abbiamo stanziato 650 milioni di euro per il 2013 per investimenti nel settore sanitario. Voglio sottolineare che si è trattato di uno sforzo straordinario, fatto dalla Regione Lombardia, in un contesto in cui le risorse per le Regioni vengono tagliate. Con questo stanziamento di 650 milioni abbiamo compiuto un grande sforzo per ottenere un grande risultato e per garantire l’eccellenza nella sanità per i cittadini lombardi”.
Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Lombardia per presentare – insieme al vice presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani – la delibera ‘La Lombardia per la salute’, con cui la Giunta regionale lombarda ha stanziato 650 milioni di euro per il 2013 per investimenti nel settore sanitario.

“La Legge di Stabilità in corso di esame al Senato ha tolto alla Regione Lombardia 350 milioni di euro – ha fatto notare il presidente Maroni -, per cui c’è una contrazione significativa di risorse cui dovremo far fronte, cercando di evitare una riduzione dei servizi offerti. Si tratta di una penalizzazione grave per la nostra Regione. Eppure, nonostante questo contesto sfavorevole, siamo riusciti ugualmente a dare risorse importanti al comparto sanitario lombardo, perché riteniamo che la sanità sia un settore in cui dobbiamo investire e perché vogliamo ulteriormente migliorare il nostro sistema sanitario. Vogliamo che i servizi offerti ai cittadini lombardi in tutti i settori di attività della Regione, non solo quello sanitario, abbiano lo standard più alto che ci sia, questa è l’ambizione che ci prefiggiamo e oggi, con questa delibera che stanzia questi 650 milioni per investimenti sanitari, abbiamo dato la dimostrazione concreta che questo obiettivo si può raggiungere”.

Rispondendo poi a una domanda dei giornalisti sull’auspicio espresso dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di una rapida applicazione dei costi standard previsti da una legge già vigente, il presidente Maroni ha commentato: “Il ministro Lorenzin auspica l’applicazione dei costi standard? Non possiamo che essere d’accordo. Non vediamo l’ora che si applichino, perché ne usciremmo avvantaggiati: mercoledì prossimo ci sarà una riunione straordinaria delle Regioni, per definire il Piano nazionale della Sanità e, in quell’occasione, ribadiremo la nostra richiesta di applicare i costi standard previsti da una legge già in vigore. E’ stato calcolato che, se tutte le Regioni italiane adottassero nella sanità gli standard che nella spesa pubblica applica la Regione Lombardia, ci sarebbe un risparmio complessivo di 30 miliardi di euro l’anno, ovvero un terzo degli interessi che paghiamo per il debito pubblico”. “Si risparmierebbero 30 miliardi – ha continuato Roberto Maroni – solo facendo quello che la Regione Lombardia fa e, se lo facciamo noi, lo possono fare anche gli altri. Pertanto siamo lieti che il ministro Lorenzin sia della partita, noi la sosterremo e spero che la sua tesi prevalga nel Governo e in Parlamento e, se in sede di conversione della Legge di Stabilità venisse trovato il modo di inserire l’applicazione dei costi standard, sarebbe davvero una grande operazione di rinnovamento”.

“Lo sforzo che sta facendo Regione Lombardia in un momento di grande difficoltà di ordine nazionale è davvero sovraumano. Devo dire che con molta fatica e determinazione siamo riusciti a non togliere un euro alla salute, ma addirittura a incentivare gli investimenti”. Così si è espresso il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, questa mattina, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa che, aperta con l’introduzione del presidente della Giunta regionale, Roberto Maroni, si è tenuta a Palazzo Lombardia subito dopo la seduta di Giunta.
“La Lombardia per la Salute: 650 milioni di euro per investimenti sanitari nel 2013” è stato il tema dell’incontro con i giornalisti. Parlando delle risorse destinate all’edilizia e alle attività sanitarie, l’assessore alla Salute ha detto:
“Nonostante i vincoli normativi e nonostante la riduzione del Fondo sanitario regionale dello scorso anno, nella seduta di Giunta di oggi abbiamo approvato 440 milioni di investimenti che, se sommati alle recenti deliberazioni assunte, fanno arrivare, appunto, a 650 milioni di euro per l’edilizia ospedaliera”.

Da oggi in linea il nuovo blog dell’Associazione Milanese Medici

Cari lettori,

 

E’ il linea la nuova versione del sito dell’associazione A.M.M. Associazione Milanese Medici

www.amm.mi.it

Modalità di navigazione più intuitiva e un elevato grado di usabilità, questi sono i principi che hanno guidato AMM nella scelta della nuova grafica, sperando che vi piaccia vi invitiamo a scoprire le novità introdotte.

Una delle novità più importanti è rappresentata dall’introduzione delle categorie, pensate per assolvere le esigenze e catturare l’interesse di Medici e Cittadini.

 

Buona Lettura!

L’appello del sindacato dei medici: «Torniamo al dottore e al primario»

C’erano una volta i primari che i cittadini identificavano facilmente grazie alla scritta sul camice. Oggi non ce n’è più traccia se non nella terminologia che i pazienti e gli stessi medici continuano ad usare perché più immediata ed esplicita. Nella realtà il primario è stato cancellato dalle ultime riforme sanitarie e al suo posto è arrivato il dirigente accompagnato da funzioni gestionali che non appartenevano alla figura professionale. Perché non tornare all’antico? Lo chiede uno dei maggiori sindacati medici, la Cimo, che rappresenta una gran parte di ospedalieri e punta ad una nuova riforma che diventerebbe la «quater».

Bene le norme sull’abusivismo sanitario nel D.D.L. approvato

Ringraziamo il Ministro della Salute per aver accolto le nostre richieste

Sono molto soddisfatto che il Ministro della Salute abbia accolto le richieste che Le avevamo formulato, inserendo nel D.D.L. Omnibus sulla Salute, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, la norma che penalizza pesantemente chi esercita e chi favorisce l’esercizio abusivo di una professione sanitaria”. E’ la dichiarazione rilasciata dal Presidente Nazionale Gianfranco Prada, ripresa dalle Agenzie di stampa e pubblicata anche dal Sole 24 Ore (vedi allegati).

 

Ministro della Salute
 

Nelle scorse settimane ANDI aveva scritto al Ministro On. Beatrice Lorenzin invitandola a inserire un articolo ad hoc in un prossimo provvedimento governativo, che penalizzasse abusivi e prestanome prevedendo anche la confisca dei beni utilizzati (vedi allegato). Siamo lieti di constatare che il Ministro abbia confermato, con i fatti, quanto espresso nell’incontro con il Comparto Dentale avvenuto a Roma il 13 febbraio c.a..

Il Presidente Nazionale a nome di tutti i dentisti ma soprattutto dei cittadini italiani da troppo tempo truffati e danneggiati dagli otre 10 mila abusivi che si stimi operino indisturbati in Italia, ha ringraziato l’On. Lorenzin, chiedendole un ulteriore impegno per fare approvare il D.D.L. in tempi brevi, tenuto conto anche dell’importanza degli altri articoli contenuti, in particolare quello sulla riforma dell’Ordine professionale, che dovranno coordinarsi con le proposte attualmente in discussione in Parlamento.

La Segreteria di Presidenza ANDI

Gli igienisti dentali possono aprire strutture sanitarie autonome?

L’analisi della legislazione vigente consente di affermare che, allo stato, non vi sia la possibilità per gli igienisti dentali di aprire strutture sanitarie autonome, addirittura senza l’autorizzazione sanitaria richiesta dal D. Lgs. n. 502/92.

Osta a tale possibilità la legge sul profilo dell’igienista dentale che esplicita come l’attività debba essere svolta “su indicazione”, perciò sotto il controllo costante, dell’odontoiatra, il quale è chiamato a svolgere una serie di atti sanitari sul paziente, quali l’anamnesi, la diagnosi e il piano di trattamento.

A ciò sia aggiunga che l’igienista può utilizzare il riunito odontoiatrico soltanto nello studio del medico che l’ha potuto comprare:  infatti, per l’art 9 della L. n. 175/92 tale strumento può essere acquistato soltanto dall’iscritto all’Albo professionale di riferimento.

In buona sostanza, allo stato della normativa vigente, non appare legittima l’apertura di strutture sanitarie gestite da igienisti dentali in autonomia e svincolate dalla verifica costante preventiva, in loco, e successiva dell’odontoiatra: viepiù, poi, una struttura sanitaria che sia avulsa da ogni controllo sull’accertamento dei requisiti per l’apertura delle strutture sanitarie in forza del D. Lgs. n. 502/92.

Avv. Valentina Vaccaro, consulente legale ANDI