Servizi nell’edilizia: Falegnameria – Cartongesso – Imbiancatura
Dove trovarlo
Episcopo s.a.s.
Via G. Fiamma, 30 20129 Milano
Tel. 02. 7490312 – Fax. 1782246998
Associazione Milanese Medici
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Caro Roberto
così, in una fredda giornata di novembre ci hai lasciato, ma non hai portato via i tuoi grandi meriti: sei stato un gigante della assistenza medica in Italia convinto che la buona medicina la fanno i buoni medici.
E per tutta la vita ti sei battuto per gli scopi più nobili di quelle che furono definite “le sette virtù
capitali della Medicina: scienza e coscienza, libertà, autonomia, indipendenza, decoro e dignità della Professione”, con quel movimento che Tu chiamavi “Riscatto Medico”.
Sempre presente, sempre attento e risoluto, sempre pronto alla difesa dei valori.
Sei stato un gigante esemplare, ricco di quelle virtù che tutti i medici italiani e le loro Istituzioni-
amici e avversari- ti riconoscevano ampiamente.
Così te ne sei andato, caro Roberto, lasciando un grande vuoto come Presidente, come Medico, come uomo.
Soprattutto come uomo capace di contemperare l’autorità e il potere con la semplicità, il rigore e l’onestà di chi possiede e sa trasmettere un patrimonio di inestimabili valori.
Bruno Conti
novembre 2013
Come Presidente dell’Associazione Milanese Medici mi spetta il compito ingrato di comunicare a tutti i Colleghi la scomparsa del Dottor Roberto Anzalone. Se ne è andato in silenzio, senza chiedere nulla ad alcuno, confortato dall’assidua assistenza e protezione della sua famiglia alla quale dobbiamo ringraziamento per avergli concesso di dedicare tanto tempo alla Categoria, ma anche delle scuse per averlo sottratto troppo spesso ai suoi doveri verso di essa. Sicuramente possiamo rimproverarci per averlo lasciato solo in questi ultimi tempi, ma vantiamo a nostra discolpa il grande rispetto che gli abbiamo sempre tributato, rispetto che ci ha portato a pensare di non disturbarlo almeno per riguardo alla sua malattia.
Voglio qui riportare un breve curriculum per chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo. Adriano Luigi Bampa
A tutti i colleghi, anche a coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, vogliamo qui ricordare chi era:
Dott. Roberto Anzalone
Nato a Savona il 22/02/1928
Medico di famiglia dal 1952 al 1999
Ha ricoperto la carica di Segretario dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano e Provincia dal 1971 al 1973.
Ha ricoperto la carica di Vice Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri dal 1973 al 1999.
Ha ricoperto la carica di Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri dal dicembre 1999, riconfermato per il triennio 2003-2005 e per il triennio 2006-2008.
E’ stato membro del Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) per tre legislature.
E’ stato Presidente dell’Associazione Milanese Medici dal 1972 al 1999. Proprio quale Presidente dell’Associazione Milanese Medici, nel giugno 1977 è stato additato dalle Brigate Rosse quale difensore massimo della Categoria Professionale e, come tale, fatto bersaglio di un attentato con una P38 che gli è stata letteralmente scaricata alle gambe.
È stato Presidente Nazionale dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) dal 1978 al 2004.
Dal dicembre 1999, come Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano, un Ordine che conta più di 26.000 iscritti, si è impegnato su parecchi fronti che sintetizziamo:
– Ha attivato la Commissione Pari Opportunità per favorire il Medico Donna nell’attuale realtà lavorativa;
– Ha promosso una comunità di intenti tra: Regione, Università, Provveditorato agli Studi, Ordine dei Medici per la realizzazione di un progetto di insegnamento di Educazione Sanitaria riservato alle scuole elementari e medie. Per la realizzazione di tale progetto ha richiesto e ottenuto di impegnare numerosi Giovani Medici disoccupati;
– Si è attivamente impegnato, anche a livello nazionale sul fronte della Pubblicità Sanitaria per ottenere il rispetto della decorosità e veridicità dei messaggi per trasformare la pubblicità in chiara e onesta informazione ai cittadini;
– Si è impegnato in prima persona nella Formazione Continua del Medico, consapevole che l’aggiornamento è a tutto vantaggio della professionalità del medico e delle cure che il medico presta alla popolazione;
– Ha istituito presso l’Ordine la Commissione Volontariato, Assistenza Sociale, Anziani e Terzo Mondo con lo scopo di conoscere in modo più preciso la realtà viva dell’attività medica volontaria, valorizzandola e soprattutto aiutandola;
– Sempre attraverso l’Ordine Professionale è stato impegnato nella tutela dei Colleghi anziani che vivono in condizioni disagiate;
– Ha coinvolto l’Ordine dei Medici di Milano in azioni di solidarietà nel Terzo Mondo dove sono stati addirittura costruiti ospedali con raccolte di fondi tra i medici. È intervenuto in alcune situazioni precarie generate dal decesso di Colleghi che, nell’esercizio di attività di volontariato proprio nel Terzo Mondo sono stati colpiti da AIDS e dall’epidemia di Ebola, lasciando mogli e figli in stato di grave necessità.
Ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro dal comune di Milano nel 2008.
Attualmente ricopriva la carica di Presidente Onorario dell’Ordine dei Medici di Milano e del Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani.
Milano 25/11/2013
Oggetto : segnalazione di un perfetto Black Out nel sistema informatico denominato CRS – SISS
Egr. Avv. Gennaro Messuti, Gentile Dott. Gemma Lacaita,
con la presente La informo che lunedì mattina 18/11/2013 si è verificato , nella postazione informatica del mio studio, un’ interruzione della trasmissione dati con il Siss. L’help desk ha aperto alle ore 16.25, dopo mia insistenza, il ticket n. 1-75650490. .
Ad oggi, lunedì 25 novembre, il funzionamento del sistema è ancora bloccato.
Le segnalo che i pazienti che si sono recati in questi giorni nel mio studio hanno guardato la mia postazione informatica con un atteggiamento di disgusto, manifestato con malcelata mimica facciale, e mi hanno chiesto come mai le mie apparecchiature , tutte nuove, da me acquistate da qualche settimana , non funzionino ancora. In altre parole identificano il MMG come il solo responsabile delle disfunzioni del sistema. Ricordo che, solo 2 mesi fa, ho avuto analoga interruzione di circa 25 giorni. E’ pertanto del tutto evidente che queste interruzioni causano un danno di immagine ed anche economico alla mia professione. Sì, proprio danno economico, in quanto alcuni pazienti mi hanno revocato essendo stufi delle continue interruzioni del sistema, del mancato allineamento con i data- base di regione Lombardia ( e quindi della mancata notifica sul mio applicativo delle esenzioni a cui hanno diritto) e del fatto di dover perdere un mucchio di tempo per recarsi in posta, per spedire a mezzo raccomandata il certificato di malattia, in quanto durante il blackout posso rilasciare al lavoratore solo certificati in forma cartacea.
Chiedo pertanto se sia possibile convocare, presso il suo studio, tutti quei MMG, in situazione analoga alla mia, per fare un’ azione legale comune, nei confronti della Asl e di Lombardia Informatica, per il rimborso dei danni economici sopra citati. Ma vi è di più. Qualche giorno fa un alto dirigente di Lombardia Informatica, che non intendo nominare senza il suo consenso, mi ha spiegato che è corretto non fornire inizialmente al MMG il numero del ticket, in quanto tale attribuzione andrebbe a generare un ulteriore rallentamento al sistema che sta andando in blocco. Aggiungo, inoltre, che almeno in 2 occasioni l’accesso telefonico al mio Help Desk ( numero 800030101 ) non è stato possibile, per circa un’ora, né utilizzando il telefono fisso né il mio cellulare.
Ecco quindi che sono testimone di un blackout, con una duplice valenza a seconda del punto di vista del soggetto coinvolto:
a) effetto da incubo per il MMG/PDF coinvolto , in quanto non può tecnicamente contattare il suo Help Desk attraverso ogni tipo di telefono; se riesce a contattarlo non gli viene di norma aperto un ticket e non gli viene mai comunicato, né a priori né a posteriori , una spiegazione minimale delle motivazioni di interruzioni che durano anche settimane o mesi,
b) effetto positivo, invece, per Lombardia Informatica che ritiene vicino alla perfezione un sistema in cui l’organizzazione interna della comunicazione è stata strutturata per scoraggiare il medico convenzionato a segnalare /richiedere interventi migliorativi del sistema informatico attualmente in uso.
E’ del tutto evidente, infatti, che il medico coinvolto nei frequenti blocchi , non viene mai messo nelle condizioni di interagire né in tempo reale né a posteriori con gli operatori dell’Help Desk , per discutere con loro le problematiche del sistema CRS/SISS. Da cui la mia definizione di Black Out perfetto. Perfetto nell’inefficienza operativa – gestionale di un evento critico.
Noi medici convenzionati siamo, quindi, testimoni diretti di una grave e ricorrente disfunzione di un servizio di pubblica utilità per l’organizzazione del sistema sanitario del territorio, ma anche degli ospedali, erogato da una pubblica amministrazione. L’inefficienza sopra evidenziata attualmente non ha eguali né in altre regioni italiane, né europee.
Posso infine affermare che da qualche anno svolgo la mia pur sempre amata professione in condizioni di lavoro davvero proibitive, (con carico burocratico andato fuori controllo dopo l’introduzione del SISS), che mi inducono a desiderare di andare in pensione domani mattina.
Ma poi penso che probabilmente l’Amministrazione di Regione Lombardia desidera proprio che i medici anziani vadano in pensione al più presto, per lasciare il posto a giovani MMG/PDF, rispettosi del potere politico e timorosi finanche di tossire in presenza di un dirigente di ASL e/o della Regione. E allora decido di restare: resto, appunto, per compensare, in parte, tutte le amarezze, tutte le delusioni che quotidianamente vivo insieme ai miei assistiti. Infatti , da tempo, siamo ormai ostaggio di sperimentazioni sul territorio, mai realizzate in nessuna parte del mondo, ma che hanno l’unica certezza di distruggere il rapporto duale medico/paziente e favorire invece la sperimentazioni di un modello sanitario esistente solo nelle fantasie di responsabili politici, che non hanno mai fatto un’ora di pratica clinica in un ambulatorio di un MMG/PDF, ma che si ritengono legittimati ad insegnarci, senza consultare mai alcun rappresentante dei Medici di Famiglia, come lavorare nel nostro studio .
Cordiali saluti
Dott. Alfonso Zarantonello
P.S. Questa lettera viene condivisa dalla Dott.ssa Luciana Bovone, MMG in Milano città, che Le invierà una lettera dedicata.
Il dato nell’indagine di Ilvo Diamanti per conto di ATBV presentata oggi a Bologna. .
23 NOV – Gli italiani promuovono a pieni voti la sanità pubblica. Lo rileva l’indagine effettuata da Demo di Ilvo Diamanti su incarico di ATBV. Questo giudizio si spiega per diversi fattori. La sanità pubblica ha costi più contenuti del privato , c’è maggiore garanzia di accesso per tutti e il servizio è più completo . Tant’è che alla domanda sul se ed eventualmente sul come sanità pubblica dovrebbero lavorare insieme (competizione o integrazione ): la sanità deve restare un affare del pubblico perché è un bene di tutti. Ma dal sondaggio esce anche promossa la classe medica e infermieristica. Al primo posto si classifica il Medico di Medicina Generale.
Egr. colleghi,
segnalo un baco nel SISS: non accetta la multiprescrizione di Glucosata, Fisiologica,
Pegasys penne (mentre invece accetta le siringhe).
Ogni volta che prescrivo uno di questi farmaci/presidi la ricetta va in KO !
Contattato l’help desk: la risposta è semplicemente: non è previsto !
e , a quanto pare, con nessuna volontà di corregerlo.
grazie Berrini
Lo studio segue da anni molti nostri iscritti ed è specializzato nella consulenza fiscale e tributaria per l’attività medica. Cura tutti gli adempimenti fiscali legati all’attività professionale e all’elaborazione degli stipendi dei dipendenti di studio. Rivolge particolare attenzione alle problematiche dei giovani medici per i quali ha messo a punto un vademecum sugli aspetti fiscali legati all’inizio dell’attività professionale.
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11 NOV – A sorpresa, con un emendamento alla legge Carrozza sulla scuola, è passata una norma che contrasta palesemente con il bene comune degli Italiani, ossia con la salute pubblica. Il Senatore Galan, infatti, ha proposto ed ottenuto che la norma approvata con il precedente decreto sull’Iva e sul lavoro, che prevedeva il divieto assoluto di pubblicità e di uso nei locali pubblici chiusi e nei luoghi di lavoro della sigaretta elettronica, venisse in parte abolito. Così si potrà reclamizzare il fumo delle sigarette elettroniche e, soprattutto, sarà possibile fumarle ovunque. Pessimo provvedimento, per almeno due motivi: 1) si ripristina il concetto che è lecito fumare nei luoghi pubblici (cosa che era finalmente sparita) 2) si concede un’eccezione alla legge di tutela dei non fumatori dal fumo passivo. La sigaretta elettronica infatti diffonde nell’ambiente nicotina oltre ad altre sostanze e quindi chi è presente è costretto a respirarle. Premetto che non sono contrario alla sigaretta elettronica, se usata ai fini di surrogato per smettere di fumare, e se assoggettata alle stesse regole delle sigarette usuali. Ma qui si tratta di ben altro. Qui si intravvede sullo sfondo un accordo sotterraneo tra chi ha votato la norma e chi produce le sigarette elettroniche, tra i quali vanno annoverate anche alcune multinazionali del tabacco. Che sia un modo per vanificare la lotta contro il fumo e in particolare la Legge 16 gennaio 2003, n. 3 (Protezione della salute dei non fumatori dal fumo passivo nei luoghi di lavoro e nei locali pubblici chiusi)? E quali possono essere i motivi per cui si favoriscono così tanto i produttori di e-sigarette e di tabacco? Si tratta, come ha detto Galan, di rispettare i principi del liberalismo che lo ispirano? Oppure vi sono altri motivi? Non so rispondere. So però che un Parlamento che approva un simile provvedimento (e che poco prima aveva approvato una enorme tassazione sulle e-sigarette) è come minimo poco coerente (sembra la gara a chi fa peggio) e acuisce la sfiducia che gli Italiani già provano verso le Istituzioni. Girolamo Sirchia
11 novembre 2013
Nonostante i tagli del Governo “siamo riusciti ugualmente a dare risorse importanti al comparto sanitario lombardo, perché riteniamo che la sanità sia un settore in cui dobbiamo investire e perché vogliamo ulteriormente migliorare il nostro sistema sanitario”. È quanto annunciato dal governatore in una conferenza in cui ha presentato ‘La Lombardia per la salute’.
25 OTT – “Con questa delibera, ‘La Lombardia per la salute’, abbiamo stanziato 650 milioni di euro per il 2013 per investimenti nel settore sanitario. Voglio sottolineare che si è trattato di uno sforzo straordinario, fatto dalla Regione Lombardia, in un contesto in cui le risorse per le Regioni vengono tagliate. Con questo stanziamento di 650 milioni abbiamo compiuto un grande sforzo per ottenere un grande risultato e per garantire l’eccellenza nella sanità per i cittadini lombardi”.
Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Lombardia per presentare – insieme al vice presidente e assessore alla Salute Mario Mantovani – la delibera ‘La Lombardia per la salute’, con cui la Giunta regionale lombarda ha stanziato 650 milioni di euro per il 2013 per investimenti nel settore sanitario.
“La Legge di Stabilità in corso di esame al Senato ha tolto alla Regione Lombardia 350 milioni di euro – ha fatto notare il presidente Maroni -, per cui c’è una contrazione significativa di risorse cui dovremo far fronte, cercando di evitare una riduzione dei servizi offerti. Si tratta di una penalizzazione grave per la nostra Regione. Eppure, nonostante questo contesto sfavorevole, siamo riusciti ugualmente a dare risorse importanti al comparto sanitario lombardo, perché riteniamo che la sanità sia un settore in cui dobbiamo investire e perché vogliamo ulteriormente migliorare il nostro sistema sanitario. Vogliamo che i servizi offerti ai cittadini lombardi in tutti i settori di attività della Regione, non solo quello sanitario, abbiano lo standard più alto che ci sia, questa è l’ambizione che ci prefiggiamo e oggi, con questa delibera che stanzia questi 650 milioni per investimenti sanitari, abbiamo dato la dimostrazione concreta che questo obiettivo si può raggiungere”.
Rispondendo poi a una domanda dei giornalisti sull’auspicio espresso dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin di una rapida applicazione dei costi standard previsti da una legge già vigente, il presidente Maroni ha commentato: “Il ministro Lorenzin auspica l’applicazione dei costi standard? Non possiamo che essere d’accordo. Non vediamo l’ora che si applichino, perché ne usciremmo avvantaggiati: mercoledì prossimo ci sarà una riunione straordinaria delle Regioni, per definire il Piano nazionale della Sanità e, in quell’occasione, ribadiremo la nostra richiesta di applicare i costi standard previsti da una legge già in vigore. E’ stato calcolato che, se tutte le Regioni italiane adottassero nella sanità gli standard che nella spesa pubblica applica la Regione Lombardia, ci sarebbe un risparmio complessivo di 30 miliardi di euro l’anno, ovvero un terzo degli interessi che paghiamo per il debito pubblico”. “Si risparmierebbero 30 miliardi – ha continuato Roberto Maroni – solo facendo quello che la Regione Lombardia fa e, se lo facciamo noi, lo possono fare anche gli altri. Pertanto siamo lieti che il ministro Lorenzin sia della partita, noi la sosterremo e spero che la sua tesi prevalga nel Governo e in Parlamento e, se in sede di conversione della Legge di Stabilità venisse trovato il modo di inserire l’applicazione dei costi standard, sarebbe davvero una grande operazione di rinnovamento”.
“Lo sforzo che sta facendo Regione Lombardia in un momento di grande difficoltà di ordine nazionale è davvero sovraumano. Devo dire che con molta fatica e determinazione siamo riusciti a non togliere un euro alla salute, ma addirittura a incentivare gli investimenti”. Così si è espresso il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, questa mattina, nel corso del suo intervento alla conferenza stampa che, aperta con l’introduzione del presidente della Giunta regionale, Roberto Maroni, si è tenuta a Palazzo Lombardia subito dopo la seduta di Giunta.
“La Lombardia per la Salute: 650 milioni di euro per investimenti sanitari nel 2013” è stato il tema dell’incontro con i giornalisti. Parlando delle risorse destinate all’edilizia e alle attività sanitarie, l’assessore alla Salute ha detto:
“Nonostante i vincoli normativi e nonostante la riduzione del Fondo sanitario regionale dello scorso anno, nella seduta di Giunta di oggi abbiamo approvato 440 milioni di investimenti che, se sommati alle recenti deliberazioni assunte, fanno arrivare, appunto, a 650 milioni di euro per l’edilizia ospedaliera”.